Il Movimento dei Reducetariani: in poco tempo un successo mondiale
Diventiamo “reducetariani” o “riduciani”!
In italiano la traduzione letteraria non suona benissimo, ma il nuovo movimento fondato da Brian Kateman, ricercatore della Columbia University, è già un successo in tutto il mondo.
Ma non si tratta dell’ennesima dieta “fai-da-te”, né di un regime alimentare completamente nuovo.
Come si legge dal sito ufficiale Reducetarian.com, si tratta di una comunità, un movimento composto da persone che intendono mangiare meno carne, dove per carne si intendono carne rossa, pollame, pesce e carne di ogni animale in genere, inclusi i salumi. E’ stato lanciato online attraverso una campagna che si propone di incrementare la ricerca e la promozione nel campo della nutrizione.
Se ci pensiamo bene condivide sostanzialmente la filosofia del “meatlessmonday”, il movimento che sensibilizza da anni alla riduzione del consumo di carne, promuovendo appunto i lunedì senza carne, questo perché per fortuna in Italia non è ancora così, ma negli USA spesso il consumo di carne è addirittura giornaliero.
Rispetto poi alla scelta vegetariana o vegana è sicuramente meno drastico. Questo fa si che il movimento sia decisamente più allettante dal momento che non tutti siamo disposti ad una scelta così radicale da un giorno all’altro. Potrebbe invece rappresentare una gradino intermedio, un primo traguardo per coloro che meditano di compiere la scelta di diventare vegetariani o vegani.
Quali sono i benefici?
Per l’ambiente numerosi, dato che, come molti esperti suggeriscono, quella che oggi è una scelta, in futuro diventerà un obbligo, ovvero ridurre o eliminare i prodotti animali dalla nostra alimentazione.
Molteplici sono anche i vantaggi per la salute, dato che la riduzione di prodotti animali, e in particolare di carne rossa, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e tumori, com’è ormai consolidato nella letteratura scientifica.
Un fondo di somiglianza possiamo anche trovarlo con la Dieta Mediterranea, patrimonio dell’Unesco, che promuove un’alimentazione a base di olio d’oliva, cereali, legumi, verdura e frutta, ma, al contrario, un consumo di pesce di almeno 3 volte a settimana.
Per cui non è la scoperta del secolo e coincide di fatto con il modello di una sana e corretta alimentazione, ma magari è quell’idea di marketing che stavamo aspettando per sensibilizzarci sempre di più sulle problematiche legate all’eco-sostenibilità e alla salute.
![[cml_media_alt id='1518']Cinzia Scarcelli - 7[/cml_media_alt]](https://i0.wp.com/headlesschick.com/wp-content/uploads/2014/09/cinziait-300x300.jpg?resize=300%2C300)
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Written by:
Cinzia Scarcelli
Dott.ssa in Alimentazione e Nutrizione UmanaDott.ssa in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche
Collaboro con farmacie e parafarmacie a Milano.
Nel 2013 ho iniziato una collaborazione con l’Ospedale Sacco e l’Università degli Studi di Milano dove mi occupo di ricerca clinica sull’alimentazione in gravidanza e allattamento.
Conduco seminari su alimentazione, sostenibilità, salute e benessere.
Ho svolto per anni ricerca pre-clinica in contesti universitari e privati.
Appassionata fin dal liceo di medicina integrata per il raggiungimento del benessere psicofisico e di tecniche di rilassamento e respirazione, pratico yoga quotidianamente.