La Quinoa (Chenopodium quinoa Willd.) è, per ragioni botaniche, chiamata pseudo-cereale ed è originaria del Sud America.
Appartiene infatti alle Amaranthaceae, una famiglia di piante a fiore straordinariamente resistenti agli stress e che ben si adattano a climi e ambienti ecologici anche molto diversi tra loro, dai 4.500 m di altitudine della Bolivia, alle pianure del Cile.

Attualmente la coltivazione si è estesa dalle regioni andine a quasi tutto il mondo, anche se molti paesi come gli Stati uniti preferiscono ai metodi di coltivazione tradizionali, ancora oggi utilizzati in Sud America, tecniche più moderne, con rese decisamente superiori.
La storia della quinoa è quindi molto antica, con le prime coltivazioni risalenti ai tempi delle popolazioni precolombiane (Maya e Inca), successivamente abbandonate con l’arrivo dei conquistadores spagnoli che la rimpiazzarono con cereali europei come frumento e orzo, molto più produttivi.
Viene consumata sia come prodotto tal quale, sia che per la trasformazione industriale come farina e pasta.
La quinoa non contiene glutine e può quindi essere consumata dalle persone celiache o con intolleranza al glutine.
La FAO sta puntando molto sulla quinoa per aumentare la produzione di cibo di qualità per una popolazione mondiale in continua crescita, in condizioni di cambiamento climatico. Dal momento che la quinoa si adatta molto bene a differenti ambienti ed è nutrizionalmente molto valida, può rappresentare un alleato importante nella lotta contro fame ed insicurezza alimentare.

La quinoa, rispetto ad altri cereali più comunemente utilizzati, vanta infatti aspetti nutrizionali davvero eccezionali.
In primo luogo per il suo alto contenuto proteico (15%) e soprattutto per l’ ottimale composizione in aminoacidi delle sue proteine. Contiene infatti elevate quantità di lisina, che costituisce l’amminoacido limitante dei cereali: questo vuol dire che le proteine della quinoa sono di ottima qualità, in quanto riescono a soddisfare i fabbisogni di amminoacidi per gli adulti.
Anche il contenuto di grassi è superiore alla media dei cereali, tra il 4 e l’8%, a seconda della varietà.
I carboidrati costituiscono in media il 60 – 70% e sono rappresentati per la quasi totalità da amido. La quinoa è anche una buona fonte di fibra insolubile, che svolge un ruolo importante nella regolazione della funzionalità intestinale.

L’indice glicemico è basso e questo la rende un prodotto interessante anche per i diabetici.
In aggiunta a questo, la quinoa rappresenta un eccellente esempio di “cibo funzionale”: è infatti molto ricca di numerosi nutrienti essenziali come vitamine (vitamine B ed E) e minerali in concentrazioni nettamente superiori ai cereali, specialmente per quanto riguarda ferro, magnesio, calcio e fosforo. Inoltre contiene tutta una serie di composti antiossidanti come polifenoli, fitosteroli e flavonoidi che giocano un ruolo importantissimo nel ridurre il rischio di numerose patologie, perché contrastano l’azione dannosa dei radicali liberi.

Infine va aggiunto che la quinoa contiene fitormoni.

Perché non provare allora ad alternare i classici cereali come grano, riso e farro con la quinoa?

[cml_media_alt id='1518']Cinzia Scarcelli - 7[/cml_media_alt]

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